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I nostri quaderni

racconti di un'impresa sana e naturale

I nuovi mascolini


Tempo di nuovo, di mascolini e di cicale che risalgono dalle ombre del terreno per vivere di sole e vento a cui vibrare le loro melodie estive.

Un altro anno è passato ma le cure di cui abbisogna un ulivo rimangono le stesse: lisciare, salendoci sopra coi ginocchi nudi, le ruvide scorze dei tronchi per strappare via i mascolini, i rami vigorosi e infertili che durante l'anno succhiano linfa e trattengono luce ed aria vitali per l'ulivo. Levigarli, i rami più grossi, con le braccia tese nello sforzo di raggiungere il virgulto infertile più alto o più lontano; oppure penzolare, a testa in giù, lo sguardo rivolto ai mascolini in basso, che svettano tuttavia in intrecci fitti, paradossali di corone di piccole olive, foglie e niente.

Sentire ancora un anno la corteccia premere sulle guance, sugli zigomi o sui bracci scoperti e graffiare, ricordare tra il sudore che ogni cura è prima di tutto fatica che si rinnova. Si rinnova l'ulivo saggio e poderoso. E l'eternità l'insegue e avvolge nei fasci verdi di teneri figli e nelle corde che ne modellano il tronco vigoroso, strappati al terreno per incoronare fiero la sua corte quando il sole è più alto in cielo. E il contadino accorto, con l'occhio attento a tagli dolci e rasenti alla corteccia per non ferire, ed un occhio rivolto al frutto che s'ingrossa, strappando i figli generati alle radici, serba intatto il segreto e la memoria dell'infinito e lento rinascere.

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